L’Eutifrone ed il suo mistero

Questo piccolo gioiello di Platone (un dialogo brevissimo quanto intensissimo) rappresenta un vero rompicapo per gli studiosi non solo in rifermento alla sua collocazione nella cronologia delle opere del discepolo di Socrate, ma anche per stabilire quanto della famosa Teoria delle Idee appartenesse già al Maestro. L’Eutifrone, infatti, sebbene appaia, per questioni stilistiche e anche drammaturgiche, un dialogo da collocare nella prima parte della produzione platonica, quella in cui Socrate è dipinto come un uomo agnosticamente intento a smantellare le fatue certezze dei suoi interlocutori, sembra invece, da un punto di vista strettamente filosofico, a causa di un evidente accenno che in esso si fa alla Teoria delle Idee, da doversi porre quantomeno tra i dialoghi intermedi. La questione è di fondamentale importanza poiché se fosse vera l’appartenenza di questo dialogo al gruppo dei primi, dove Platone si mostra intento ad esprimere più il pensiero di Socrate che il proprio, si dovrebbe concludere che la Teoria platonica delle Idee avesse avuto in Socrate già una sua formulazione sostanziosa, al contrario se il dialogo appartenesse alle fasi successive della produzione letteraria del discepolo.
Comunque sia, e anche in virtù di questo mistero, invito a leggere questo dialogo in cui il Socrate platonico mostra tutta la sua abilità nel dimostrare al proprio interlocutore quanto ci sia di relativistico in ciò che appare, a prima vista, un concetto assolutistico, e quanto la Verità vera richieda uno sforzo di pensiero di gran lunga superiore a quello presente nel cosiddetto “senso comune”, uno sforzo che si chiama Filosofia.


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